La storia dello sci

Com'è nato lo sci

Non si hanno notizie sicure sulle origini di tale attività, quello che è certo è che lo sci fa parte dei popoli nordici da tempo immemorabile. Con ogni probabilità gli sci sono uno dei mezzi di locomozione più antichi.
La storia dello sci per gli italiani comincia molto più tardi; sembra che il nostro primo connazionale ad indossare gli sci sia stato Francesco Negri, che si recò in Lapponia nella seconda metà del XVII secolo, nella sua opera intitolata Viaggio Settentrionale, pubblicata qualche anno dopo la sua morte, descrive così gli sci: "due tavolette sottili, che non eccedono in larghezza il piede, lunghe otto o nove palme, con la punta alquanto rilevata per non intaccar la neve". Non si hanno altre notizie relative agli sci fino al 1886, anno in cui Edoardo Martinori, di ritorno da un viaggio in terra lappone, riportò un paio di sci che rappresentarono una vera e propria curiosità per la gente dell'epoca.
Gli sci sono rimasti assi di legno fino alla prima metà del 1800; da allora in poi si sono succedute numerose innovazioni tecniche, ed è grazie a queste che lo sci è diventato uno sport vero e proprio.
Risale alla fine del 1800 l'uso dei bastoncini, che contribuirono alla nascita del cosiddetto passo alternato, che è stata l'unica tecnica utilizzata nello sci di fondo fino alla nascita del passo pattinato.
Le prime escursioni sciistiche risalgono anch'esse alla fine del 1800; il merito è da attribuirsi a un ingegnere svizzero, Adolf Kind, che nel 1897, durante una vacanza in Piemonte, mostrò agli amici alcune sue evoluzioni sugli sci. Sono gli amici di Kind i primi pionieri sciistici italiani.
Nel 1908 nacque la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI); attualmente la FISI gestisce la stragrande maggioranza delle discipline sciistiche.
Approfondiremo due tipi di sci:

Sci alpino

Karl Schranz, Lauberhorn 1966
Karl Schranz, Lauberhorn 1966

Anche detto sci di discesa è uno sport invernale che consiste nello scendere a valle lungo un pendio montano scivolando sulla neve.
Lo sci alpino è entrato a far parte dei giochi olimpici invernali in occasione dei quarti giochi olimpici invernali di Garmisch-Partenkirchen del 1936.
Si differenzia dallo sci di fondo per la pista, la tecnica e l'abbigliamento:

Le piste
Una pista sciistica è un tratto di pendio montano attrazzato per la pratica dello sci alpino, grazie alla presenza di impianti di risalita e al trattamento del manto nevoso.
Le piste sono in genere classificate in base alla difficoltà:
  • Azzurra: se la pendenza longitudinale o trasversale non supera il 25%; sono le piste più facili da sciare, adatte per i principianti.
  • Rossa: se la pendenza longitudinale o trasversale non supera il 40%; sono le piste di media difficoltà.
  • Nera: se la pendenza supera quella di una pista rossa; rappresentano le piste più difficili, adatte solo agli sciatori più esperti.
Slalom speciale
Slalom speciale
La tecnica
La differenza fondamentale con lo sci di fondo consiste nella discesa aiutata dalla pendenza della pista.
L'abbigliamento
Lo sci alpino si differenzia dallo sci di fondo anche per l'abbigliamento. In primo luogo, lo stesso sci è diverso, infatti, l'attacco dello sci blocca saldamente i piedi sulla punta e sul tallone.
Gli scarponi: Per oltre un secolo gli sci da discesa vennero assicurati a normali scarponi da montagna in cuoio. Fu l'evoluzione degli attacchi a rendere necessario un adattamento degli scarponi. Nel 1957, Bob Lange, creò i primi scarponi realizzati interamente in plastica rigida.
La tuta: La tuta da sci professionale veste interamente lo sciatore, è impermeabile e imbottita per proteggere da vento, umidità e freddo. Nell'ambito agonistico è realizzata per risultare più aderente possibile e aerodinamica. La sicurezza in caso di caduta viene migliorata dall'inserimento di protezioni.
La mascherina: Per proteggere gli occhi e migliorare la visibilità, gli sciatori indossano regolarmente occhiali costituiti da una o più lenti che variano la visuale dell'atleta. Quella più scura, sull'arancione, serve per giornate soleggiate, mentre quelle più chiare, per giornate con scarsa visibilità. La montatura aderisce completamente alla testa dell'atleta o, sempre più frequentemente, al suo casco.
Il casco: Inizialmente lo sci alpino era praticato a capo scoperto. Le esigenze di sicurezza iniziarono ad affermarsi soltanto con l'epoca moderna dello sci, ma ancora per molto tempo il casco non fu obbligatorio. Negli anni '60 la maggior parte dei caschi consistevano solamente in una calotta di cuoio imbottita. Successivamente venne introdotto l'obbligo dell'utilizzo del casco nelle competizioni di discesa. In seguito l'obbligo venne esteso a tutte le categorie.
Specialità dello sci alpino
Combinata alpina: è una disciplina dello sci alpino formata da una prova veloce e una prova tecnica, una discesa libera e due manche di slalom speciale. La classifica viene stilata facendo la somma dei tempi delle singole gare.
Discesa libera: è considerata la disciplina regina dello sci alpino per la sua spettacolarità, nonché la più veloce. Viste le velocità raggiunte e i rischi fisici, in caso di caduta sono possibili incidenti, anche gravi, dovute a cadute sui bordi della pista a seguito di salti o curve tecniche.
Slalom gigante: si tratta di una gara in cui gli sciatori sono tenuti a passare attraverso una serie di porte disposte sul tracciato. Rispetto allo slalom speciale è molto più veloce perché le curve hanno un raggio maggiore, ma meno veloce e più tecnico rispetto al super gigante.
Slalom parallelo: si tratta di una gara durante la quale due sciatori contemporaneamente gareggiano su percorsi paralleli della medesima lunghezza, passando attraverso una serie di porte disposte sul tracciato.
Slalom speciale: si tratta di una gara in cui gli sciatori sono tenuti a passare attraverso una serie di porte ravvicinate su un tracciato che comporta curve ad arco stretto.
La super combinata: è una disciplina dello sci alpino nata in anni recenti. A differenza della tradizionale combinata questa gara è composta da una mini discesa libera e da una sola manche di slalom.
Il supergigante: detto anche brevemente super-G. Si tratta di una gara in cui gli sciatori sono tenuti a passare attraverso una serie di porte disposte sul tracciato, come negli slalom, ma la lunghezza della pista, la distanza tra le porte, il raggio di curva e la velocità sono maggiori rispetto al gigante e allo speciale. Si possono raggiungere velocità di punta di oltre 120 km/h.


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